martedì 3 agosto 2010

Se tu dai una cosa a me poi io do una cosa a te


Ultimamente mi è capitato di leggere una discussione su friend feed che mi ha fatto pensare. La persona che l'ha iniziata si lamentava del fatto che aveva acquistato un cellulare che, però, era stato consegnato molto più tardi del previsto. Inoltre aveva dovuto contattare più volte il negozio nel quale aveva acquistato il cellulare per sentirsi rispondere "arriva domani". Alla fine il cellulare arriva ma oltre a questo niente di più: al cliente deve bastare una semplice richiesta di scuse.

Mentre leggevo i pareri ed i commenti delle varie persone che hanno partecipato alla discussione mi sono tornati in mente tutti i miei piccoli e grandi disservizi. Ripensavo a quante volte mi è capitato di uscire scontento da un negozio o di essere arrabbiato dopo una lunga ed inutile telefonata ad un call-center. E tutte le volte mi chiedevo perché io non venissi considerato come un cliente, come uno che ha pagato per un bene o un servizio e che se questo bene o servizio non corrisponde a quanto è stato promesso io devo essere rimborsato. Non ho mai capito perché la frase "ci dispiace, è stato un problema che non dipende da noi" debba essere sufficiente. Secondo me ci vuole qualcosa di più. Per esempio non sarebbe male sentirsi dire "ci dispiace, è stato un problema che non dipende da noi. Ma siccome noi teniamo ai nostri clienti le offriamo uno sconto di X euro che può spendere qui da noi quando desidera".

Negli ultimi anni mi è capitato solo una volta, con il mio attuale gestore telefonico. Dopo aver richiesto una modifica al contratto ci sono voluti quasi due mesi per far sì che le bollette fossero corrette. Però dopo decine di chiamate al call-center, e dopo aver ottenuto quanto avevo pagato ingiustamente, sono stato contattato da un agente che si è scusato del disservizio, ha provato a spiegarmi quale fosse il problema tecnico che aveva reso difficile la variazione al contratto e, nel tentativo di compensare il disservizio, mi ha "regalato" 10 euro che ho trovato accreditati nella bolletta successiva.

Questo, secondo me, dovrebbe essere il rapporto corretto tra un venditore ed un acquirente. Forse il fatto di vendere qualcosa a migliaia o milioni di utenti può far credere a chi vende di essere al sicuro ma le voci corrono e la gente si racconta le proprie esperienze. Ed oggi i social network permettono alle persone di scambiarsi opinioni in modo molto più efficiente ed il parere o l'esperienza di qualcuno possono diventare il parere di molti.

Io stesso, quando acquisto qualcosa, cerco anche su internet e chiedo un parere ai miei contatti "social" per sapere cosa dice la gente di quel che intendo acquistare. E se qualcuno si lamenta ci penso due volte ad acquistare.

E voi, quando dovete comprare qualcosa, vi rivolgete ai social-cosi?

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